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Napoli e Giacomo Leopardi, storia di un controverso amore

Napoli e Giacomo Leopardi, storia di un controverso amore

Era un giorno d’ottobre dell’anno 1833 quando Giacomo Leopardi giunge a Napoli, ospite del nobile Antonio Ranieri conosciuto qualche tempo prima a Firenze presso l’Accademia della Crusca. Aveva la particolare abitudine di portarsi dietro tutti i manoscritti delle sue opere per rivederli e correggerli in attesa della definitiva stesura.

Il manoscritto originale della poesia “L’Infinito” , infatti, alla morte prematura del poeta e dopo una lunga disputa giudiziaria, legata ai suoi diritti, è conservato, insieme alle pagine dello Zibaldone e di altre opere “minori”, nella camera blindata della maestosa Biblioteca Nazionale di Napoli.

Tra gli appunti leopardiani una nota folkloristica la identifichiamo in una speciale lista gastronomica dove stilò una curiosa classifica di 49 pietanze (anche marchigiane) che allettavano il suo palato. polpette, fiori di zucca fritti, gnocchi, bignè, pasta sfogliata, ricotta e zucca tuffate nell’olio bollente, cibi ipercalorici e fritti che farebbero storcere il naso a salutisti che Leopardi, in un certo qual modo, canzonava con una poesia:

“ A morte la minestra”:

Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l’oggetto,
e dirti abominevole mi porta gran diletto.

O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto e vile, degno d’umil villano.

Mai amato dall’intellighènzia napoletana, retaggio di una cattiva e traditrice matrice giacobina, ma benvoluto dai quartierani anche in virtù di un suo difetto fisico: la gobba, una deformazione che per i napoletani è sinonimo di portafortuna della quale, per beneficiarne appieno, bisognava toccare la protuberanza, ragion per cui molti lo toccavano e gli chiedevano i numeri da giocare al lotto.

“Io sono passato a godere la migliore aria di Napoli abitando in un’altura a vista di tutto il golfo di Portici e del Vesuvio, del quale contemplo ogni giorno il fumo ed ogni notte la lava ardente”.
Muore nel 1837 per un’epidemia colerosa e viene sepolto nel parco Vergeliano a Fuorigrotta, a due passi da quel mare che lui amava tanto.

(*) immagine: Getty Images