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I radical chic di destra e di sinistra e il degrado voluto

I radical chic di destra e di sinistra e il degrado voluto

Chi non risiede a piazza Ferrovia e al Vasto  non può avere contezza, ma solo una fervida immaginazione di  come si viva nel quartiere del degrado. Un lieve sentore delle problematiche esistenti si potrebbe però  subodorare quando, come pendolari o turisti, ci si reca alla Stazione Centrale.

Scene di degrado e bomba sociale sempre più imminente; un percorso fatto di odori di escrementi ed urine;  di insistenti ed insidiosi questuanti; di merce contraffatta e, spesso, di provenienza illecita; di mercatini etnici alimentari senza il minimo criterio di igiene; di barboni di varie nazionalità infognati nei ghetti dai labili confini tra l’area food interna e il marciapiede, diventato, con pareti di cartone e pavimenti di coperte sudicie, casa per un numero estremamente variabile di poveri disperati.

La politica dell’accoglienza e dell’integrazione del predecessore dell’attuale primo cittadino partenopeo (nel senso “universitario” del termine) Gaetano Manfredi, che continua sulla strada intrapresa per l’appunto da Luigi De Magistris, è stata fallimentare soprattutto perché basata sulla falsa ideologia del buonismo ad oltranza, fatto sulla pelle degli altri e mai su quella di chi legifera.

Disoccupazione, immigrazione, emigrazione di braccia e cervelli a fare da contraltare all’immagine della mia Napoli turisticamente magica. Una città che – però – ha bisogno anche di altro: una seria politica economica, aperture di nuove aziende (che non siano solo quelle turistiche), ma soprattutto ha bisogno di un’accoglienza diversa, in una visione che contempli un’integrazione sana a salvaguardia dell’incolumità e nel rispetto delle identità di tutti.

 

Grottesca e quanto mai funzionale appare la losca statua di bronzo (come la sua faccia, d’altronde) di quel Generale Garibaldi che, dall’alto dei suoi quasi quattro metri (in realtà appare più alto per via del piedistallo in granito e piperno), troneggia sulla piazza prospiciente la stazione: il perfetto anfitrione che offre a turisti e residenti la “sua” piazza, oggi simbolo di degrado e criminalità.

Patrizia Stabile