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Napoli: non si vive di solo turismo. Crisi e chiusura di imprese

Napoli: non si vive di solo turismo. Crisi e chiusura di imprese

Non bastava, prima, la pessima gestione dell’influenza Covid e- immediatamente dopo- la bolletta dell’energia elettrica quadruplicata (senza, peraltro che il Governo fermasse la speculazione dell’Eni), la batosta finale è arrivata con l’ingresso in guerra, vergognosamente a pieno titolo e senza ipocrisie, dell’Italia nei Paesi dell’Est e  che han determinato- a Napoli- il peggior saldo registrato tra imprese nascenti e decedute, vittime- quest’ultime- anche di un errato regime fiscale, considerato un vero e proprio salasso che le  imprese, già fortemente indebolite dallo scontro impari con le multinazionali, dall’irrisoria tassazione e la schiacciante globalizzazione, subiscono.

Napoli, in previsione dei nuovi 5.000 disoccupati nel 2023 è da sempre la Provincia più colpita:  i comparti più a rischio sono quelli manifatturieri ma le difficoltà potrebbero interessare anche i trasporti, la filiera automobilistica e l’edilizia con illusione del superbonus.

 

Napoli ed il Sud che avrebbero potuto essere economicamente indipendenti, contando su una sana autarchia, si trovano costretti ad elemosinare aiuti ed attenzioni con uno stato di colonia perdurante e mero serbatoio di voti, condizioni tristi ed umilianti alle quali  sembra che ci siamo abituati.

 

 

ph. mappa Napoli  Quick&Chic